Scienza e musica,
gli effetti del suono sul corpo e sulla mente

Scienza e musica,
gli effetti del suono sul corpo e sulla mente

La vibrazione sonora ha affascinato da sempre l’uomo e gli effetti del suono sul corpo e sulla mente sono stati studiati e utilizzati già da millenni.

Ai nostri giorni, le tecniche usate per intervenire sull’uomo con i suoni fanno parte di quella disciplina che si colloca tra scienza e arte, chiamata Musicoterapia. L’argomento richiederebbe uno spazio troppo ampio per essere in minima parte illustrato, perciò, in questa breve dissertazione, non verrà trattato, ma è comunque importante sapere che questa materia ha un sempre e più crescente credito sia in ambito scientifico, sia in ambito medico.

È importante citare, tra i vari studi che l’uomo ha compiuto nel tempo sul suono, quelli di Ernst Chladni. Questo fisico viennese contemporaneo di Mozart scopre un curioso fenomeno fisico: se si dispone su una lastra metallica della sabbia e la si mette in vibrazione per mezzo di un archetto o di un’adeguata percussione, si formano delle figure coerenti. Queste “figure sonore” sono formate dalla sabbia che si muove, come fosse viva e attiva, fino a quando permane la vibrazione sonora.

Le figure geometriche cambiano forma se si cambia il timbro dello strumento che le provoca, e sono sempre forme dinamiche, in movimento. Nel 1900 ha proseguito gli studi di Chladni il medico e naturalista Hans Jenny. A lui si deve la Kymatica, scienza che studia, appunto, questi particolari fenomeni e che ci consente di allargare la nostra visuale sulla creazione e sul “mondo vibrazionale”. Per certi versi, Jenny anticipa i Frattali (geometria frattale) di Mandelbrot, ma attraverso i suoi esperimenti ci ricollega con l’antico passato, coi miti che danno la creazione come frutto di un suono emesso dal Divino. Attualmente, il dottor Guy Manners sta proseguendo le ricerche su questa innovativa via.

Un’altra esperienza molto interessante è quella che Masaru Emoto ha svolto fotografando cristalli d’acqua. Sviluppando, con un sistema basato su fotografie al microscopio di svariati tipi di acque, dalle acque sorgive a quelle di pozze piovane ecc.(circa 10.000 foto), a suo dire, ha colto nell’acqua una “volontà di comunicare e quasi un desiderio che essa ha di diventare pura”. Le stupende immagini dei cristalli esagonali di acque cristalline, tendono a ricrearsi nell’acqua che viene a contatto con armonie sonore ben organizzate (sinfonie di Mozart e Beethoven, ad esempio), tendono invece a disgregarsi in contatto con suoni aspri e dissonati.

Se consideriamo che l’uomo è composto per il 70% di acqua, non è difficile trarre le dovute conclusioni. Il dottor Wolfgang Ludwig, ricercatore tedesco e fondatore dell’Istituto di Biofisica di Horb, ha potuto dimostrare che l’acqua perfettamente purificata sotto il profilo chimico conserva comunque l’impronta energetica delle sostanze con le quali è venuta in contatto. Perciò la plastica, i fitofarmaci, le sostanze ormonali lasciano una sorta di segnale, che viene recepito dal nostro organismo. Questo segnale non si può cancellare con mezzi chimici ma soltanto attraverso misure fisiche o energetiche, riconoscibili dal nostro organismo. Il tedesco Alexander Lauterwasser ha sviluppato una tecnica sorprendente, in grado di rendere visibili, per mezzo dell’acqua, delle frequenze e dei suoni. Le strutture che paiono semplici a basse frequenze, diventano via via più complesse in presenza di più suoni e infinitamente più complesse se vengono poste in vibrazione, ad esempio, da un brano orchestrale. È stato poi dimostrato che la presenza dello sperimentatore ha influenza sull’esito dell’esperimento. Ciò dimostra come la materia, e l’acqua in particolare, subisca l’influenza del pensiero umano. è perlomeno curioso notare che le forme generate da Jenny e da Lauterwasser, ricordino molto da vicino i famosi cerchi nel grano, comparsi negli ultimi anni e che l’autore di Stonehenge Decoded, Gerard Hawkins, studiando 18 fotografie di questo fenomeno, abbia riscontrato che esiste uno schema ripetuto, equivalente alla nostra scala diatonica.

E, continuando con le curiosità, posso segnalare gli studi della biofisica Hulda Clark, che ha realizzato un apparecchio, lo Zapper, in grado di distruggere i batteri, i virus e i parassiti con delle specifiche frequenze, oppure gli studi sperimentali di Fabien Maman, che in laboratorio, col solo ausilio di frequenze sonore distribuite in forma melodica, è riuscito a distruggere in pochi secondi delle cellule cancerose. E ancora,in USA, nel Sound Healt Research Institute è stata messa a punto una tecnica, dalla Dottoressa Sharry Edwards, denominata bioacustica, in grado di “mappare” la voce umana, e attraverso l’analisi delle armoniche, stabilire la malattia o la predisposizione a malattie nel soggetto esaminato. La cura, poi, viene effettuata con suoni e colori appropriati, capaci di ristabilire l’equilibrio nella “mappa” vocale.

E cosa possiamo dire sul potere che alcuni attribuiscono al suono, di consentire la levitazione di oggetti? Nella mia ricerca sono venuto a conoscenza di alcuni avvenimenti curiosi che vi voglio narrare.

In India, nel villaggio di Shivapur, vi è una piccola moschea dedicata al Santo Sufi Qamar Alì Dervish: all’esterno nel cortile c’è una pietra dal peso di 138 libbre. Durante la preghiera giornaliera, undici fedeli circondano la pietra ripetendo il nome del santo: quando raggiungono un determinato grado di intensità, gli undici uomini sollevano la pietra usando un solo dito ciascuno, e quando il canto si interrompe i fedeli saltano all’indietro mentre la pietra pare riacquistare il suo peso, cadendo a terra con un forte tonfo.

La chiave per rendere il masso sollevabile, pare essere il canto e le undici voci, che intervengono sulla costituzione molecolare della pietra, rendendola leggera. Un’altra testimonianza di levitazione proviene dal Tibet. L’industriale aeronautico svedese Henry Kjellson, che negli anni trenta viaggiò nella regione dell’Himalaya, venne in contatto con dei monaci che stavano costruendo un tempio su una rupe alta 400 metri, e riuscivano a far letteralmente volare queste pietre di più di un metro quadrato, fino alla cima del monte.

Il rituale per attivare questo potere era complesso e richiedeva parecchi strumenti musicali a fiato e percussioni, nonchè 200 monaci sistemati i semicerchio. Alcuni anni dopo, nel 1939, un amico di Kjellson, un medico svedese di nome Jarl, venne convocato in Tibet per curare un Grande Lama in quella stessa regione. Mentre si trovava in loco gli fu concesso di realizzare due filmati di questo rituale di levitazione. Al suo arrivo la Oxford Scientific Society, per la quale il medico lavorava, li confiscò e furono dichiarati, per oscuri motivi, non divulgabili. Ad oggi sono in corso intense ricerche per riportare alla luce queste importanti testimonianze.

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